vola il tempo in genere e più cerchi di afferrarlo, più scivola via, olio o grasso che si divincola tra le mani. Il tempo, l’uomo nero, che si prende ogni cosa. E goccia a goccia il cielo si è lavato imbrattando muri e strade, nei marciapiedi – poco calpestati – limitati all’accesso da pozzanghere di laghi d’acqua, le nuvole, questa mattina, spazzate via da un vento di corrente di qualche porta e finestra lasciata aperta in cielo. Mi ero rivisto nel riflesso della vetrata mentre correvo a prendere la macchina e raccoglievo l’accendino che mi era caduto. E non era tanto il ricostruire strada, valutare le macerie da attraversare con almeno un paio di Superga bianche sdrucide e bucate ai piedi, quanto il lasciarsi indietro quei pensieri che chiedevano insistentemente futuro, con quella sensazione – più forte di una certezza – che avremmo dovuto condividere qualcosa di davvero grosso insieme. E il maltempo mi fotte quella specie d’ordine che i miei capelli dovrebbero avere in testa, nelle continue invettive – qualche volta simpatiche – che ricevo, senza capire del perché non mi tange e del perché sono contento di continuare a farli crescere (tu lo sai). E se è vero che ogni oggi è un buon momento per ripartire, se è vero che ogni fallimento è utile per riprovare migliorando, allora, è da qui che io voglio ricominciare tutto, da questo lunedì che non pesa e che fa sorridere. I tergicristalli a manetta sul parabrezza. Il libero arbitrio, nella mia vita, è sempre dipeso dalle emozioni che ho provato e mai dalle imposizioni che potevo infliggermi, quasi punendomi nel perché provavo qualcosa che andava oltre gli usuali schemi. Che c’è più amore nel lasciare andare che nel trattenere qualcuno per forza. Un parcheggio improvvisato, un pugno di amici che ti aspettano, due risate e chiacchiere: “Gia’, non l’ho gestita ieri!” E proprio no, se non ci avessi messo una pezza non ho idea del come sarebbe andata a finire. E ogni desiderio è realtà, se soltanto lo si vuole. Un paio di riflessioni su tre caos diversi di tre viaggi diversi e tre ritorni diversi. Ed è tutto più semplice delle complicazioni che sembrano. C’è ancora da fare. Parecchio da fare.
Il rientro a casa, i capelli bagnati e un‘esigenza che non puoi proprio eludere: siamo soltanto all’antipasto e tu lo sai.
Vuoi vedere che non era niente?
Vuoi vedere che era già tutto lì?
Vuoi vedere che è venuto il tempo e che è facile cosi?
(Ligabue – La linea sottile)
Gli hai dato una salvata al boccia, che come minimo ieri ti doveva pagare la pizza!
P.S: ma quando arriva “nonconta”?
buongiorno gianni:):)
si! ieri proprio un tempaccio.. ma ti stanno crescendo molto i capelli??:) mi piacciono i ragazzi con i capelli lunghi:)
questa frase te la rubo! “c’è più amore nel lasciare andare che nel trattenere qualcuno per forza” stupenda!! penso che tante volte per la paura di stare soli o perchè abbiamo delle sicurezze.. tratteniamo la persona che sta con noi a tutti i costi mentre sarebbe giusto lasciarla andare.. tu ci sei mai riuscito?
buon inizio settimana!!
Ciao Ale, c’ho una fratta in testa XD Mi sento Niccolo’ Fabi con quella vecchia canzone sui capelli 🙂
Quella frase che citi la sento particolarmente mia e si’, e’ come dici, spesso si trattiene una persona per la paura di rimettersi in gioco, per osare, c’e’ bisogno di sicurezze d’altronde, ma – come immaginerai – chiudersi non permette crescita ne’ l’occasione di vivere condizioni migliori di quelle che si hanno. Sono scelte, ognuno fa le sue, opinabili certo, come tutto.
Ci sono riuscito, si’, ci sono riuscito.
Buon inizio di settimana a te 🙂
Deca, a me basta che il Boccia si lavi le mani XD
Aha’! Aspettiamo tutti nonconta con ansia: vuoi che non si senta stimolato dal post? ^^
Stimolata Già. Cosa dice il cuore adesso?
Ciao Non, quasi mi mancavi: eravamo un po’ tutti in ansia ^^ Ok, posto che sei una donna, vogliamo passare allo step successivo? Domande personali devono essere risposte in privato, capisci, no?
Io lo capisco Già, ma tu capisci che non ci casco no? Non ti serve sapere chi sono.
Se serve o meno, lascialo stabilire a me, no? Converrai che inizia a starti stretto lo spazio del commentino, essere marginale, giusto?
Questo è vero Già.
E allora?
E allora niente Già. Mi pare che tu non abbia mai detto pubblicamente chi è Vita. Giusto?
Ci saranno dei motivi se non l’ho fatto, ti pare? Quello che non capisco e’ perche’ – anonimato per anonimato – hai scelto il modo piu’ antipatico di manifestarti, potevi essere anche un nome qualunque e raccogliere informazioni maggiori, pure tramite il privato… Ma tu mi conosci, vero?
P.S. Un po’ meno farmi il verso? XD
Ti conosco Già.
Aha’! Mi conosci! Ma non mi frequenti nel quotidiano e per questo vuoi saperne di piu’.