e desideri e allegrie che avevo rimosso nel quotidiano. Sei il pensiero che non si scosta, quello che nella corsa folle coi ricordi è passato in vantaggio. L’avevo già intuito, l’avevo supposto, l’avevo considerato, ma non realizzato in questa maniera e mi hai spiazzato. Sei la fine di un giorno e l’inizio di un altro, sei nelle parole che digito adesso, sei la non comprensione di questi miei strani sentimenti, il timore e l’eccitazione come prima di una festa, sei quel qualcosa di più che nel tempo è cresciuto – lentamente – perché ci siamo scorti piano.
Sei le imposizioni sulle quali misuro me stesso, sei la debolezza di quando voglio contrariarmi. Sei la costruzione di processi mentali che credevo di aver perso da un pezzo e sei l’antagonista quando ti metti lì a tenermi testa. Sei il personaggio di un romanzo che funziona, un mondo nel mondo in mezzo a persone vuote, la sorpresa che non ti aspetti nei giorni qualunque.
Sei le certezze che un po’ ti imponi, prese di posizione che ti danno sicurezza, la dolcezza, quella autentica che non avevo più incontrato.
E ti osservo e non mi capacito, nei tuoi gesti a volte irregolari o quando, come l’altra sera, mi hai rubato gli occhi e non me l’hai restituiti e mi domando quando sei entrata, quando mi sono distratto, perché la porta – sono certo – era chiusa.
A volte sarebbe più semplice se non fossi come sono, sempre dietro alla mia catena di riflessioni più o meno comprensibili.
E la curiosità è tutta nello scoprire dove andiamo, perché ogni giorno è un tassello in più di questo strano puzzle.
..Portami dove non posso arrivare,
dove si smette qualsiasi pudore,
fammi sentire che cosa vuol dire: “viaggiare leggeri”..
(Ligabue – Il centro del mondo)
Sono momenti, attimi percepiti e volutamente ignorati. Sono quelle cose a cui si è sempre stati riluttanti, quelle che non si pensavano, a cui uno rispondeva “ma che sei matto?!”. L’inaspettatezza, la corrente talmente forte che se pure tu sei restio, lei ti strascina comunque: non puoi decidere, è lei che lo fa per te.
Si viene travolti, consciamente e non, in una sequela di emozioni e concezioni che pian piano si fan sempre più concrete e nitide.
Un corri corri, quel fuggi fuggi che in passato ho già visto…le attese e gli attimi inattesi: la storia si ripete. Bene.
Assolutamente sì, il “ma che sei matto” e l’espressione scettica che accompagnava questa frase erano alla base di una colluttazione mentale dalla quale non riuscivo ad uscire.. E invece poi, complice il viaggio a Budapest – i distacchi servono – mi sono reso conto di cosa conta e quanto e perché.
Bene.
A volte quando scrivi mi perdo, non sono d’accordo con te, mi domando perchè pensi a certe cose e non ad altre. Oggi no. Eppure questo post è di un anno fa.
Sai forse un anno fa nonostante lottassi, e te lo ricordi, ci siamo visti tanto, “la porta, sono sicura era chiusa” e oggi non lo è. Forse è questo che mi fa dire: bello! Belle le tue parole, belle le tue emozioni, bello tutto, anche lo scontro.
Vivi con intensità ogni piccola cosa!!
Non si puo’ non vivere le emozioni, farlo equivale ad uccidersi un po’. La morte si sconta a piccole dose infatti, privandoci di quello che vorremo vivere e che per piu’ ragioni (a volte ridicole, a volte no) ci neghiamo. Il confronto con te e’ sempre stato importante e mi hai vissuto in momenti diversi e sono contento che – nonostante tanti discorsoni – concordiamo su quanto scrissi qui, perche’ quanto esprimevo in queste righe e’ quanto vivo tutt’ora. Ti voglio tanto bene 🙂
Io sono felice che tu continui a provare emozioni, nonostante le situazioni non siano sempre semplici attorno alle emozioni stesse. Le emozioni ti colorano dentro, ti fanno sentire vivo e ti aiutano ad arricchire la vita. Se questo succede al mio amico io non posso che esserne felice!!! Ti voglio tanto bene pure io!!Spero, a presto!
Allora siamo felici in due! :* Vedrai, ci vedremo presto, fammi sistemare quelle 100/200 cose! Bacio! 🙂