che qualcosa si chiude veramente? Quando il tempo ne ruba l’essenza? Quando un pensiero viene sostituito da un altro? Quando il soggetto diventa complementare? Quando domani è l’opposto di oggi? Quando? Me lo sono domandato molte volte e molte volte la risposta non è stata appagante, perché ho sempre avuto la percezione che per quanto si voglia e per quanto i fatti indichino un termine, un capitolo non si chiuda mai veramente, rimane sempre qualcosa che si trascina – in maniera più o meno marcata – nei capitoli successivi, come un pennello che racchiude nelle setole più colore di quanto in realtà bisogni per quel determinato punto da riempire. L’altra sera ero stanco, spossato, con i rimasugli di una tensione emotiva che non auspicavo e non pensavo di provare. Persone intorno, affetti più o meno cari, risate, donne incantevoli, il telefono che vibrava in continuazione di sms e io che mi aspettavo? L’unico contatto che non potevo avere. Nemmeno a scriverlo… Maledizione!
Ma non mi senti? Ehi, dico a te, mi senti? Possibile che non mi senti?
È sempre tutto e il contrario di tutto, ti sbatti tanto per far andare le cose in un certo modo, te le godi per un po’ nell’illusoria felicità del momento e poi passano in secondo piano, svilite. Non ci accontentiamo mai o – forse – alcuni di noi sono meno adatti all’adattabilità, all’accettare che le cose siano in una certa maniera e basta.
Se i capitoli di ogni esperienza vissuta fossero bottiglie chiuse ermeticamente, allora forse sì, forse si riuscirebbe a vivere nella sola archiviazione di fatti accaduti e di fatti che accadono, dall’esperienze pagate e da quelle che si pagano. Sfortunatamente però, quelle bottiglie sono aperte e pronte all’uso, disponibili. Prendi il tuo passato, prendi quel che hai adesso, mescolalo con i sogni sul futuro e dimmi se il drink che ne esce fuori ti piace, se è esattamente come lo immaginavi, se non avresti aggiunto o tolto un po’ di questo e un po’ di quello. Eppure basterebbe così poco, basterebbe che una volta tanto che ci fermiamo, si fermasse anche chi è con noi e il gioco sarebbe fatto, il puzzle completo. Peccato che non si fermi mai la ruota dei vorrei, l’ingranaggio del desiderio, per ritrovarci lì a bramare di più e a svalutare quello che avevamo o a svalutarci per non conservarlo.
Ciao Giano che piacere rileggere i tuoi Post!
Che domandona…come te penso che i capitolo non si chiudano mai completamente ma bensì c’è sempre qualcosa che ti porti dietro e che viene fuori quando meno te lo aspetti..basta anche un solo ricordo per farti ripiombare dentro a quel capitolo..dentro a quell’amore..o amiciza!
E’ molto difficile archiavare i fatti accaduti e far si che siano definitivamente archiviati…..non lo sono nella nostra coscienza e questo basta a far rispuntare tutto..anche se forse non lo vorremmo!
Un saluto a te! 🙂
Sono solo concezioni, astrazioni sociali e semplici proiezioni concettuali. Un foto-ritocco reale, in cui vieni spostato di luogo in luogo, da persona a persona, in contesti diversi. Permani nella stessa posa, cambi un poco nella fisionomia, ma è pur sempre un semplice foto-ritocco.
Per carità, ineccepibile nella tecnica e nella realizzazione, però…c’è sempre quel però.
Chiuso o non chiuso, terminato o non terminato, quello che è stato scritto in un capitolo, inevitabilmente viene nuovamente citato in tutto il libro. Finchè il libro non finisce, ci sarà sempre quella citazione a quei capitoli letti e passati.
Ciao Martina,
e’ un piacere rileggere i tuoi commenti 🙂 Si’, era una domandona, perche’ qui tra capitoli che si chiudono di confusione se ne fa parecchia. Si possono anche archiviare i fatti, ma non si puo’ smettere di pensarci, ricordarli, nonostante – nello specifico – un presente comunque molto ricco.
Ah che nervi! 🙂 Il giorno in cui smettero’ di scrivere, spero, di riuscire a dare la risposta a tutte le domande quotidiane piccole e grandi che siano,
ti abbraccio!
Probabilmente e’ cosi’, probabilmente – proprio come in un libro – ogni capitolo essendo parte di una trama piu’ ampia, non puo’ essere mai dimenticato. Quindi non si chiude proprio un bel niente.
Oh, speriamo che sia un lungo libro ;-))