di chi cerca risposte altrove anziché trovarle dentro sé, dove ogni micro dettaglio viene enfatizzato e diventa motivo di discussione, di esasperazione. La gelosia è una brutta malattia, rende ciechi e biechi e palesa soltanto insicurezza. Un affermare in maniera netta ed inequivocabile di non sentirsi all’altezza della persona che si ha accanto. Può succedere, per carità, ma che si abbia bene a mente che se un po’ di gelosia, di possessività, denotano attenzioni verso il partner – nello specifico è un tipo di approccio che amo verso di me – è pur vero che divenire asfissianti, pesanti, mette chi la subisce nella condizione di chiedere maggiori spazi.
Imporre le proprie volontà in una vita a due è possibile fino ad un certo punto.
Sentimenti o non sentimenti.
“Quando si comincia a recriminare, è il momento in cui si sta per sparire.”
Qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza e rendersi conto che il risultato conseguito è dovuto dai comportamenti di reiterati atteggiamenti erronei. Mi sono spiegato?
Si dovrebbe essere felici dei successi che la persona accanto a noi raggiunge.
Questo stralcio è per chi mi chiedeva delucidazioni in merito.
E ci sei tu, sempre tu, che mi abbracci e mi tocchi, dentro, di mani complici e di sorrisi sincroni.
Mi ero soffermato sul dettaglio di unghie laccate barattato soltanto con la piega sul collo scoperto, conscio degli altri segreti che la tua pelle nuda nasconde.
E l’intreccio di dita, mi sottolinea una volta di più quello che il cuore non smette mai di urlarti dentro.
“Perché tu pensi che staremo insieme, Gia’?”
Non è un pensiero, mi dispiace, si tratta di una certezza inattaccabile, sono quelle cose che senti e sai da prima.
Chiuso nel cappotto cammino sotto casa e il cielo è meno scuro, mentre quello che dovrà essere si costruisce.
Perché mi piaci in ogni modo,
da ogni lato o prospettiva tu,
perché se manchi stringe un nodo
e il respiro non mi ritorna più.
Perché non chiedi mai perdono,
ma se mi abbracci non ti stancheresti mai
e poi sai fare morire un uomo
con l’innocenza del pudore che non hai.
(Nek – Sei solo tu)
Non avresti mai mollato, Già.
Ricaricarsi e comprendere cosa si e’ sbagliato e’ vitale. Oggi mi sei quasi simpatica ^^
Con me non l’hai fatto, Già.
Indizione.
ciao gianni!:)
ho riletto questa frase cinque volte! “Mi ero soffermato sul dettaglio di unghie laccate barattato soltanto con la piega sul collo scoperto, conscio degli altri segreti che la tua pelle nuda nasconde”
c’è davvero tutto!:) amore, passione, attenzione, erotismo, malizia!:):)
e cmq tanti auguri! pure se in ritardo:)
ma di un amore??
ciaooo!:)
Ciao Ale,
“Di un amore” e’ in arrivo, abbi pazienza, l’editing e’ finito, si manda in stampa 🙂
ciao Gianni
perdona l’intrusione, sono arrivata a questo sito tramite coincidenze di tag (inizialmente pensavo fosse il blog di un mio amico, scrittore anche lui, ma lasciamo perdere la mia imbranatagine); ho letto il tuo post e sono rimasta colpita da una forte “aggressività” nella prima parte in cui tratti un argomento con cui tutti abbiamo avuto ahimè a che fare – una volta come vittime e una volta come insopportabili gelosi – e molta dolcezza nella seconda. Il soggetto della seconda ha legami con la prima parte? E’ un amore che deriva dalla fine della storia su? Curiosità, è che ho vissuto qualcosa del genere ma ho delle risposte che a volte mi tormentano. Grazie e spero di trovar qualche tuo libro!
Ciao Robby,
benvenuta su questo foglio di pensieri virtuali 🙂
No, le due parti inerenti sono scisse, per tanto non hanno legami.
Sto vivendo un amore travagliato e lo stesso appassionante.
Per quel che concerne la gelosia, beh, come hai detto bene tu, qualche volta si è da una parte, qualche altra dall’altra, in realtà non è mai un’emozione sana, indica paura e insicurezza appunto.
Il problema è che troppo spesso le persone dimenticano che la nostra felicità non deve dipendere da terzi, ma dal nonostre benesse interiore.
A presto!
Ciao Gianni
grazie della risposta.
E’ vero, la gelosia indica insicurezza: paura di essere abbandonati dalla cosa più bella che ti sia mai capitata. Non la possiamo implorare, possiamo solo urlare il nostro bisogno di quella persona. Quando ti manca l’aria, quando anneghi, di certo non rimani zitto.
Perchè l’Amore è come l’aria e come l’acqua.
E’ dunque allo stesso tempo un urlo di aiuto.
Vuol dire “amami, amami più che puoi, strillalo più forte anche se lo hai già fatto, fallo di nuovo perchè sempre avrò bisogno di acqua e sempre di aria”.
Che dovere abbiamo dunque noi di giudicare una persona che soffre di gelosia?
Nessuna. Perchè l’Amore è come l’Acqua e come l’Aria.
Dall’altro lato, bisogna essere abbastanza forti per stare con una persona. Per ogni persona ci vuole una forza particolare. Altrimenti non è per te.
La felicità non dipende da terzi, e non da secondi. Quando si è infelici vanno innanzitutto eliminati TUTTI. “Non datemi consigli, so sbagliare da solo”.
Compresi quelli che ci danno consigli per prendere il posto di qualcun altro. Quando ci danno consigli a volte qualcuno tira verso il proprio mulino, plagiando la mente non di chi crediamo che ci vuole bene, ma da chi vorremmo toglierci uno sfizio, rovinando la vita di altre due persone.
Per un semplice sfizio. Non vale tanto.
Bisogna farsi da parte, quando si è uno sfizio si è insignificanti di fronte a chi c’era veramente nei momenti TANGIBILI non sognati o se vogliamo virtuali.
Gli artisti hanno il compito di usare il proprio dono non per fare i propri interessi ma per fare la cosa giusta.
E non sempre la cosa giusta è la cosa giusta per l’artista stesso.
La cosa giusta è una.
Quando non si fa questo, si smette di essere artisti e si diventa vanitosi. E plagiatori di chi vogliamo.
La vanità non fa parte di coloro che possono parlare al cuore della gente.
Una mia riflessione.
Buona vita, scrittore.
Non me ne vorrai se penso tu non sia Robby e se presuppongo tu possa essere un’altra persona, niente di personale, ma credo si chiami intuito. Essere artisti non è un mestiere, è uno stato d’essere, un lato della propria personalità, la vanità ne è, invece, una sfumatura. Plagiare presuppone che il soggetto che ne subisce l’atto, non abbia una personalità tale da predere in considerazione cosa sia giusto per sé, e dato che credo che nessuno stimi persone che non abbiamo una marcata individualità, lascia che il discorso cada. Spero di essermi spiegato, rispondere dal telefono non è simpatico. La gelosia è bene ed è male, ha un rovescio della medaglia molto marcato e da che io ricordi, nessuno ha mai ottenuto grandissimi ritorno affossando il partner con limitazioni e insicurezze 🙂 ti auguro una serena notte
Ciao Gianny,
non so cosa ti ha suggerito il tuo intuito ma….????? 😉
Va bene che non ci conosciamo e che ti ho fatto un discorso da Leonard Cohen (il mio ex mi fece un testa con questo qui), non è che mi hai scambiata per lui? Ah ah 🙂
La vanità è un difetto. Perchè tollerarlo? E’ roba da insicuri, poi affossiamo gli altri chiedendo conferme.
“Plagiare presuppone che il soggetto che ne subisce l’atto, non abbia una personalità tale da predere in considerazione cosa sia giusto per sé, e dato che credo che nessuno stimi persone che non abbiamo una marcata individualità, lascia che il discorso cada”
Sono d’accordo con te. E’ come quando si dà un consiglio sbagliato a un’amica o un amico non conoscendo tutta la vicenda: lo si da dunque con superficialità liquidando l’amico/a come con un rimbecillito che non ci era arrivato.
Riguardo il discorso del plagiare sono dunque certamente d’accordo con te.
E anche con la gelosia.
“Non bisogna affossare il partner con limitazioni e insicurezze.”
Partner o amici, insomma.
Buona notte, scrittore.
“La vanità è un difetto. Perchè tollerarlo? E’ roba da insicuri, poi affossiamo gli altri chiedendo conferme.”
La vanità intesa come vanto, sì, ma la vanità con se stessi, vista come un amarsi, no, la vedo positiva, magari una vanità controllata e non eccessiva, non è necessariamente un difetto.
Sono d’accordo sul discorso “consigli” quando non si conosco pienamente tutte le situazioni, ma quando c’è un filo diretto e un’amicizia senza secondi fini, allora è diverso.
Vedi, quando mi capita di dare un parere, cerco sempre di essere ragionevole, poi il tutto si riduce alla solita domanda “ma tu, cosa senti e cosa vuoi?”
Perché credo che ognuno di noi, debba fare quello che sente veramente e in relazione a questo fare infilarci il desiderio e non quello che sarebbe giusto perché sono gli altri a dirlo o perché convenzionalmente si dovrebbe fare in una certa maniera.
Spero di essere stato esauriente.
In linea generale il problema è che le persone spesso vedono sprauracchi dove in realtà non ne esistono. Offrire completa fiducia ha un costo notevole, ma superata la paura iniziale, potremmo guadagnarci molto rispetto al rimanere stantii in una posizione vigilante.
Buona giornata, davvero