Scenario scarno del mio cubo di stanza così stretto e così rarrisicurante nella sua immobilità. Mi guardo intorno, forse dovrei mettere a posto, almeno disfare la valigia che mia madre ha preparato con tanta cura prima di ripartire. Ma ciò non accade e mi riempio di gesti simmetrici, usuali, soliti, scontati. Internet che prende il posto di un libro e della televisione, la chat la fortuna/sfortuna di non dover affrontare rapporti in maniera personale. Federica compagna fedele in queste ore tra sproloqui, batture e riflessioni da dietro lo schermo. Sigarette come stampelle degli umori: poche. E’ riniziato il processo di rigetto verso le bionde, un pò per il voler salvaguardare la mia salute, un pò per la stecca di venerdì che ancora mi pesa. In ufficio oggi è stata una giornata caotica, si riavvicinano i giorni snervanti, veloci di quando le otto ore lavorative corrono. Che se è vero che è un piacere guardare l’orologio e rendersi conto che è ora di andare, è altrettanto vero che quel fare così tante cose assieme ti lasciano un’idea di tempo non vissuto nonostante poi sia stato invece davvero intenso. Parlando con Federica è riuscito fuori il discorso Stella che aveevo accantonato dopo ieri sera. Lei ci vede dei secondi fini nel suo atteggiamento io invece non riesco a vedere più in la di quello che mi accade momento per momento, ma Stella è così trasparente che onestamente non la vedo in grado di immergersi in tattiche di riconquista pensate da sola o con supporto di terzi. Credo solo abbia vissuto qualche breve istante di nostalgia, perché farsene un problema? Oggi infatti non si è fatta viva. Linda invece mi ha martellato con i suoi messaggi vittimistici, dove secondo lei il suo comportamento buonista non la porta ad ottenere ciò che vuole; quindi a non ottenere me e a quanto dice, altre persone. Immagino che quando smetterà di palesarsi come una persona in un certo qual modo perdente, mentre in fondo non lo è davvero se non per quella sua sfortunata storia d’amore praticamente finita sull’altare, le persone la peseranno in maniera diversa. Il resto sono sms con Chiara, Valerio, Michela e altre persone che ora mi sfuggono. Il resto è una vita un pò ferma nonostante le moltitudini di cose che faccio e mi accadono. Il resto.. è che dovrei prendere il telefono in mano e telefonare ad alcune persone, ma non ho ancora il coraggio di farlo. Vi lascio un pezzo di cui sono innamorato, spero possiate ascoltarla oltre che leggerla qui… Passo..
Mi dispiace veramente
che sono ancora qui a parlare di noi,
ma è il mio modo di espiare
colpe a cui non sono date
alternative valide.
E c’è la notte che
mi conturba con tutta la sua intimità.
Questo fa con te?
Prima come una folata
ti ha segnata con le lacrime:
era l’ira minacciosa che soffiava
dalle nostre bocche
amare e stupide.
E la notte ti preserva
dalla mia intimità,
ma chissà se ti riserva
il desiderio e la paura della bontà
come fa con me.
Eri così bella nella tua complicità,
l’anima gemella della mia felicità.
Ero io così per te, ma l’incantesimo
la mia bacchetta l’ha spezzato poco a poco.
Ti dispiacerà per sempre
che ero ancora lì a parlare di noi?
Ma mi son messo a camminare
e confido che qualcosa, prima o poi,
mi distrarrà:
c’è la nebbia e il suo biancore,
c’è un ubriaco da sorreggere.
Io vorrei solo scoprire
se anche tu hai delle colpe che
non puoi eludere.
E la notte ti preserva
dalla mia intimità,
ma si insinua lentamente
tra i velami della mia sensibilità:
questo fa con me.
Ero così bello nella mia complicità
l’anima gemella della tua felicità.
Eri tu così per me, ma l’incantesimo
la tua bacchetta l’ha spezzato poco a poco.
Eri tu così per me,
ero io così per te,
eravamo l’un per l’altra incorruttibili.
Eri tu così per me.
ero io così per te,
ma l’incantesimo si è spento poco a poco.
Ciao tesoro..in questo momento, oltre al tuo bacino sicuramente molto affettuoso avrei bisogno di un abbraccio forte e una spalla su cui piangere…ieri è andata via una persona a cui tenevo…Buona notte tesoro e passa a trovarmi più spesso..le tue parole mi fanno molto bene. Besos..Roberta
togli la nebbia ma non nel cubo dove vivi, ma nella testa ke ti sta entrando. Stare cosi non è da te.
Forse lo dice uno che non ti conosce chissa quanto, ma so che preferisci la vera arte che ti può trasmettere un libro, una storia di un film o una canzone di un cd rispetto a uno squallido monitor. Questa non è conoscerti, questa è logica.
La monotonia non è poi cosi grave. Basta abituarcisi. A delle parole, a delle frasi, a delle “vittime”, a delle “sparlate” forse… non ci abitueremo mai.
Forse per questo che esistono i ricordi. Brutti, per fare esperienza dei propri errori. Belli, per sapere che hai lasciato nel cuore di qualcuno un pezzo di te. Ed è la cosa più importante.
PS: smetti di fumare, fa male ^^
Ehi ma che fine hai fatto? E’ da tanto che non passi a trovarmi. Ti abbraccio forte. Roberta!