sera del tutto particoare appena passato. Arrivato a Ostia, considerato il tasso di umidità del 100% mi sono fatto una doccia ristoratrice. Poi sono andato all’Easton raccattando per strada Luca. Al locale – come sono entrato – ho trovato Francesca e Susanna. La prima mi ha chiesto di sedermi con loro. Non so bene se è perché sto simpatico a lei, a Susanna o ad entrambe.. Ma è stata un’accoglienza migliore di quanto avrei potuto anche solamente sperare. C’erano anche Federica, Elisa e Giorgia con la loro comitiva. L’ultima è stata presto omessa dalla mia attenzione: non mi piace è pressante e non me la farei nemmeno sotto tortura. Federica era nello scazzo tipico di quando la storia in cui stai credendo ti rendi conto ti stasfuggendo di mano. Avrei voluto esserle più vicino ma unfortunately i tempi sono quelli che sono e visto il mio ormai palese interesse per Francesca non ho potuto fare altrimenti. So che capirà. Analizziamo Francesca e il suo atteggiamento. Quello che credevo fosse un modo tiroso di porsi è invece il palesamento della sua timidezza. Ed è indescrivibile il piacere che ho provato nell’abbattere le barriere che la stessa timidezza le aveva imposto. E sorrisi e parole di conforto e irona e gesti e brevi carezze e sguardi. L’inconfondibile sensazione di una curiosità comune, di voglia di conoscere la vita l’uno dell’altra. Ci sono stati momenti in cui si è anche adombrata, forse stanca, forse pensieri vari quando era entrato Diego che poi ho saputo ha avuto dei modi poco cortesi verso di lei, ma certo a lunghi tratti siamo stati in sintonia. D’altronde l’imbarazzo c’era ed era anche palese. Sicuramente il fatto che in molte mi girassero in torno ha minato alla sua sicurezza personale, tralasciando Federica dove è ovvio che il rapporto è un’altra cosa, Linda, Giorgia e tutto il resto del cucuzzaro hanno scosso il leggero equilibrio creatosi. La serata è proseguita anche in chiacchiere con gli altri, canzoni da cantare, risate, bevute, Luca grande nei guai con l’amica della sua ragazza che pareva una mestierante. Poi il momento dei saluti, “mi ha fatto piacere conoscerti meglio”. “Anche a me davvero”, aveva detto. Poi il dramma. “Andiamo al marechiaro a fare colazione”. Entro in macchina, Luca, Valerio, Simone con me. Accendo e POOF! La macchina si spegne e mi muore lì. Niente da fare, tentativi su tentativi per rianimarla, ma è una vettura totalmente elettronica e c’era poco da fare se non arrendersi.. E infatti nemmeno Luca grande ha potuto fare nulla, nonostante lui abbia lo stesso modello.. E come fosse un segno del destino.. una macchina rallenta, si accosta è Francesca..! E’ la vita che accade ^^ Ma che figata..
Dopo tutto quello che hai passato pensa a stare bene tu..e cmq mi sei vicino..lo so che ci sei sempre! riguardo il “piano piano” del post precedente..lo sai che lo dico per te e nn mi stancherò mai di farlo perchè credo fermamente che “il tempo aggiusta tutto”,è il maestro che lo insegna!Bacio.