e non sapere quali siano le fermate, chi di volta in volta salirà dalle stesse e chi scenderà; se risalirà qualcuno che è già sceso prima o se chi è sceso non lo rincontreremo più, se qualcuno si fermerà; se il paesaggio diverrà migliore o se resterà solo un’appendice dello sfondo, se si potrà dormire un pò, staccare la spina e non badare troppo al resto.
E’ una realtà che a volte va stretta. Troppe ambizioni, troppi sogni e non ce la fai a mantenerli tutti, sei costretto a dover fare una cernita, limare i desideri.
E’ un incastrare i tasselli: “ho bisogno di questo, allora prendo questo e faccio così, per averlo”. E’ un cercare la condizione ottimale. Ma ho un’incapacità oggettiva di adeguarmi, adesso. Non ho presunzione di prendere tutto, ma non voglio adattarmi lo stesso.
E mi torna in mente l’ultimo “stai su” che le ho detto nello sguardo dell’ultimo saluto.
‘e in un giorno di pioggia ho impararato ad amarti /mi hai preso per mano portandomi via’
ultimamente parlo a canzoni, pardon :*
ma conta su di me, scenderò alla tua stessa fermata, così magari ci si reincontra 🙂
A volte è difficile scendere da quel treno..pur sapendo quale sia la fermata..è come se qualcuno fosse salito, avesse preso una parte di te e poi si fosse allontanato pian piano,senza andare mai troppo lontano..così, tu scorgi ancora quella parte di lui che è in te ma che ormai nn sai più dove sia realmente!