di pioggia è rimasta ancorata ai vetri delle finestre chiuse. Chiuse come si chiudono le strade, il cuore e i pensieri. Chiuse come un cassetto che raccoglie nel fondo foto e lettere di un tempo che è passato, trascorso, vissuto. Un tempo precedente agli ultimi cambiamenti. Ed è così che davanti al Birrifugio, ieri sera, godevo silenzioso nel vedere Eleonora incollata al suo schema: comprensibile, scontato e patetico. Gli sguardi alle spalle non mi spaventano più, mi fanno sorridere e non ha più nessun modo per ferirmi, non ci siamo più né io, né Stella e né Linda. Tutti e tre facciamo vite diverse, ma soprattutto, le viviamo distanti da lei.
Parlava serena con Cristina, ma era solo apparenza, solo una facciata di un dado che conosco bene. Chissà se si è mai domandata di quanto è stata facile escluderla dalle nostre vite, di come sia più naturale esistere senza lei intorno.
Patapan.
Cronaca di una giornata iniziata di soprassalto, quando la sveglia non suona e senti qualcuno che chiama il tuo nome: mia mamma.
Ha visto che non mi alzavo e ha pensato bene di ricordarmi di farlo.
Cronicamente, ogni mattina, mi vedo passare davanti lo 05 barrato e non riesco mai ad uscire quei 30 secondi prima che mi permettano di prenderlo davanti al Bar Remondi e finisco, anche quando proprio non ho voglia, ad andare a piedi alla stazione.
La tecnologia ha preso piede, i tornelli elettronici sono arrivati anche ad Ostia, insieme ai treni della CAF, comfort ed aria calda o fredda a seconda dell’esigenza. In realtà non mi sono mai lamentato molto, ho visto sempre quel trenino di connessione con Roma, come una gran possibilità, ovvero quella di evitare il traffico intenso di una città che senza auto non sa vivere.
Si rubano tanti sguardi sul treno, quando ho la fortuna di poter indossare gli occhiali da sole, mi studio i particolari di tutte le persone che ho intorno, sorrido dei loro difetti immaginando che loro sorridano dei miei. Quando invece il tempo non lo permette e gli occhiali da sole stanno bene in tasca, finisco per nascondermi in quello che la mia playlist di mp3 propone, mentre leggo un libro e quando alzo la testa a sorpresa dallo stesso, mi diverto a vedere quale delle ragazze che ho intorno, mi stia guardando. E poi il lavoro, che ultimanete come ho già espresso nei post precedenti è diventato solamente un passatempo, il romanzo ha preso piede e la storia che racconto di Mattia&Co. va avanti. A pranzo, l’attimo di svago collettivo, la mezz’ora d’aria davanti al Bar California, il caffè, le solite belle che pavoneggiano e aspettano un commento o forse no, ma non vogliono passare di certo inosservate. Roberto e i suoi racconti, la sua ironia sulle donne e il loro mondo. In fondo siamo tutti caricaturali, bisogna solo saper prendere la vita dal lato giusto. Un caffè da Quirino, il passaggio dovuto al Bancomat, due chiacchiere davanti all’ufficio di Bibby, Il ritorno a casa, gli allenamenti per definire, le lenti a contatto che mi fanno impazzire, la doccia a lavar via la giornata dalla pelle, il profumo di buono dei vestiti puliti, due chiacchiere su MSN mentre mamma prepara la cena, le raccomandazioni di papà che si rende conto che ormai servono più a lui per mantenere il suo ruolo che a me per vivere, due hamburger e l’insalata e poi qui a raccontarvi di me, ad esternare quello che c’è, un tutto nel niente, una vita nelle vita, una visione parallela di ogni giorno in cui ricominciamo. Maniche lunghe stasera, non è il caso di fare lo splendido, non sono più il “primavera”, vestiti leggeri pure quando si gela, sono io e sono cambiato tanto, perché a volte per vivere sei obbligato a farlo. E mi piaccio, non è un male, sono contento di essere come sono, dentro e fuori, nessuna invidia nè verso il Gianni che ero, nè verso altre persone. E’ solo un’altra tappa della vita, sto solo proseguendo il mio viaggio e tu vieni con me, perché lo sai che con me non c’è da rimetterci mai.
Saluto Hilly o Ila, come si firma lei: ti ringrazio per quello che mi hai scritto, l’ho apprezzato davvero molto. Senza parole è una delle migliori canzoni scritte da Vasco, un vero peccato che non l’abbia cantata, si merita di essere lapidato ^^
Mi finisco di preparare.
Passo per un saluto…vado a prepararmi per la Notte Bianca! Un abbraccione ^_^