situazioni, condizioni, divertimenti, riflessioni, di ore piccole, di pensieri grandi e non.
Venerdì sera o forse notte (cosa cambia?) sono passato al volo al John bull e mi ha fatto strano, tra le altre, rivedere Giulia che guarda caso “oh buonasera eh!”. “Oh buonasera eh”, un cazzo! Smetti di fare quella che ancora se la tira e che hai scoperto che sto con quelli “fighi” e allora vieni a fare la gattina morta. Mi ti farei solo per sfregio, ma tanto non te ne fregherebbe nulla di essere usata da me con tutti quelli che hai avuto prima e allora meglio stare dall’altra parte, tra quelli che non ti sei fatta.
Scusate lo sfogo, ma odio l’opportunismo e le persone false. Ieri pome sono stato da Stefano, in studio, a sentire e capire dove non mi piaceva la canzone, abbiamo effettuato delle correzioni e aggiunto un coro sotto con Manuela, ma è ancora da sistemare, secondo me i volumi possono essere gestiti meglio e un passaggio mio proprio non mi è piaciuto.
La notte bianca, l’occasione per vivere quando per vivere non dovrebbe esserci un’occasione, ma dovrebbe essere una costante farlo. Abbiamo cenato all’Elmi, quando di corsa siamo scappati dalla sala d’incisione e tralasciando Rosa e le sue mille sfumature, ci siamo sbranati avidamente gli antipasti di Nunzio, una pizza e i suoi dolci. Il punto poi era: restare ad Ostia o andare a Roma? Per quanto Proietti sia uno delle mie icone personali, arrivati al centro del pontile, un audio pessimo e la ressa intorno al palco, ci hanno fatto scegliere di correre a Roma. E allora via, sulla Roma – Fiumicino, strada quasi libera, Piramide e la metro B. Quest’ultima diversa da quando la prendo la mattina, solo ragazze e ragazzi in tiro, pronti alla nottata che tutto dovrebbe travolgere. Sarebbe bello se si andasse a lavoro con lo stesso spirito. Termini, Piazza della Repubblica, Via Nazionale e poi giù fino a via del corso. Un fiume di persone in due sensi di marcia. Urla, strilli, schiamazzi, risate, saltimbanco e poi ancora visi, occhi, mani, sorrisi, sguardi, contatti e i piedi che fanno male “oh ma cazzo che giro!” “oh ma hai visto quella?” “Si merita!” Si, merita una vita con me” e ancora giù risate. Poi incontri gente di Ostia che ha pensato di “seguirci”, ho incontrato anche Bibby con le amiche “che ne pensi della mia amica?” mi ha chiesto, “grazie lo stesso” ho risposto, perché no, non era per me, perché oggi nessuna può essere per me. Ancora poi spintoni, una che mi si butta addosso, “scusa” ed il mio “fai, fai”. E si ride, perché i pensieri sono lontani, nascosti da un presente che ti chiede tutto, che vuole tutto. Poi la stanchezza “Lu’, comprami due piedi nuovi” e il panico per tornare a Piramide, niente metro, no, da via del corso a Piramide in una lunga camminata, con altre persone che come noi erano stremate. Poi lo senti, la festa è finita e si esce un po’ malconci, seduto sui gradini a riflettere tra quello che non c’è e quello che c’è, manca tanto, manca tutto, perché poi è riuscito fuori il discorso Camilla e tutte quello che c’è stato dopo e il ricordo va a quando quelle prime notti mi voleva, ma non potevamo, non sarebbe stato giusto nei confronti della persona che stava con lei, ma poi non ce l’avevamo fatta e mi aveva aperto la porta e gli occhi a incastrarsi negli occhi, baciarsi lunghe le scalle, respiri affannossi di gradini e voglie. Lo studio di suo padre, le mattonelle fredde, l’aversi e non riuscire a fermarsi. Poi i pensieri scappano via, “dai che siamo a Circo Massimo” ” Ah si?” “Si” “Ma quanto cazzo è grande Roma?” Troppo grande e allora ci cadi, inciampi sul pensiero di Francesca quando sento “allora andiamo da Peroni a far colazione”. Cazzo Peroni, le prime nottate insieme a far colazione e all’epoca tutto era ancora una speranza, un desiderio di far diventare quei suoi occhi tristi, allegri e per me. E la via del Mare deserta, quattro gatti a far colazione, il letto finalmente. E finisce la notte bianca, vissuta allo spasimo. E’ tempo di riprendersi e iniziare questa giornata. Vorrei fare una lista di ringraziamenti veloci, ma ho paura di mancare qualcuno, se dovesse succedere perdonatemi.
Bibby e Manu che mi sopportano quotidianamente, grazie 🙂
Luca si sa, ma anche Emanuele, anche se lo vedo di meno, ma nel tempo ho saputo apprezzarlo ancora di più.
Silvia perché sarebbe la donna della mia vita se non le volessi così bene e che è l’unica persona che riesce a farmi razionalizzare sempre e comunque.
Diana, che è l’unico vero affetto che mi sono tenuto da Milano e che “sfido che esista qualcuna che non ti vuole” la troveremo Dianè, vedrai la prossima che mi piacerà mi darà il due di picche ^^
Rita, perché cmq c’è costantemente, problemi di mare.
Stella con le sue paranoie e Linda con il suo affetto da chioccia.
Hilly, perché mi piace come ragiona e magari un giorno sarà davvero un’amica in più.
Alice, perché esistono anche nelle nuove conoscenze persone non banali.
Dio, perché anche se sono credente a cazzo di cane, sto cmq qui e me la godo, perché io mi sento davvero fortunato per quello che ho avuto finora e per quello che inevitabilmente avrò.