Roma che sembra dormire, ma non lo fa, tra meno di un’ora si risveglierà con i pendolari che dopo il lavoro la calpesteranno e l’attraverseranno per tornare a casa.
Baglioni in sottofondo, ogni tanto ci perdiamo di vista, sono cresciuto anche attraverso di lui e in un certo senso per me è una persona cara. Mi domando cosa fate voi, se tutto va, almeno in parte, come vorreste, se c’è un minimo di appagamento da questa giornata. Potessi andrei già via, per il semplice desiderio di andare. In un certo senso invidio Silvia, che domani camminerà incontro ad una nuova svolta, un po’ come fu per me quando mi ritrovai a vivere Milano. Ne abbiamo già parlato tante volte e qui ci sono post, quelli iniziali, che da la erano scritti. Quante aspettative sia nell’andare, sia nel tornare e quante cose sono andate come speravo o come credevo.
Pensieri sparsi ammucchiati, in fondo, appunti di vita, rappresenta proprio questo, un contenitore di tutto e niente, di riassunti, di riflessioni su quello che mi accade, su quello che mi succede.
Ci sono giorni che mi sento solo, ma non di un solo fisico, ma di un solo interiore, quell’essere se stessi che solo in pochi possono capire, però mi piace tanto la mia vita, sincero. Ho vissuto situazioni più belle e intense che nei migliori romanzi che mi è capitato di leggere e non cambierei quello che ho avuto con quello che non ho avuto. Non so quanti farebbero a cambio con me, ma io non farei a cambio con nessuno.
Il problema è l’adesso, vorrei che fosse di più. Vorrei un amore che mi stramazzasse il cuore, che mi convincesse che non avevo raggiunto il massimo negli amori passati, ma che sia, se possibile ancora più intenso e allo stesso tempo lo temo, perché non voglio più perdere la mia individualità, quella libertà che ho riottenuto inaspettatamente, la capacità di bastarmi da solo, il non dover dipendere dagli altri.
Vorrei avere il tempo per comporre, stare in studio con calma con Giacomo e finire quest’album che ora si, è maggiormente tangibile che mesi fa, quando era solo una fantasia, quando non avevo nemmeno rispolverato i quaderni con le mie prime canzoni, intuizioni.
E il libro che non riesco a chiudere, con il finale che mi gira in testa da giorni, ma che non riesco a stendere.
Tempo, sempre il tempo, troppo veloce, si prende un po’ troppo, troppo pretenzioso. Di buono c’è che a lavoro riesco ad averne molto per me e mi sembra quindi di sprecarne di meno.
C’è che ogni sera è una sera diversa e ci divertiamo come non mi succedeva da anni.
Il vento è invisibile, poco tangibile, ma lo vedo. Lo sento. Fuori la pioggia cade come fosse un pianto e spero che davvero il mio stato d’animo migliori. Sto bene, ma cosa vorrei di più? Non lo so, forse una combinazione di cose, forse avere meno preoccupazioni, anzi meno ansia di crearmene. E forse questa smania ce l’abbiamo un po’ tutti…la malinconia ci prende, strapazza un po’ e ci lascia di nuovo vivere…sono momenti…ma otterremo di più, dobbiamo solo aver la pazienza di aspettare.
Un bacio, mon ami.
é quell’ansia, che l’incapacità di capire cosa sia, ci inquieta, ci disorienta. Vorremmo una risposta, ma non è semplice, non è come quando senti che hai fame e mangi qualcosa. No, è una sensazione non riconoscibile, non riconducibile e per questo, un vuoto non colmabile, non nel momento almeno. Ti abbraccio forte.