o forse un altro giorno dei giorni che la vita ci fa vivere un po’ come vuole lei. Non è mai semplice gestirsi davanti ad un addio, il senso di abbandono, di distacco, pesa maledettamente, cosi come una grossa novità disorienta, destabilizza. Il cambiamento radicale spaventa e affascina. E allora ci si incanta davanti alle cose che lasciamo alle spalle. Un poster sulle pareti, una crepa nel muro, una scrivania, la visuale dalla finestra e tanti altri piccoli dettagli che solo chi sa di perderli, può fotografare. Si va, perché si deve andare, non decidiamo sempre tutto, spesso si segue il naturale corso degli eventi. Quando si arriva al mondo, non è che ci forniscano con un libretto d’istruzioni o ci svelano la nostra trama, anche solo a grandi linee, qui le cose si costruiscono giorno per giorno, come con i Lego, mattoncino su mattoncino, sperando ne esca fuori qualcosa che abbia meritato il nostro impegno. E la valigia quando si parte non è mai abbastanza grande. Ci metti dentro tutto quello che puoi, ma per le emozioni e i ricordi serve ben altro.
Fai i conti con quello che è stato, che sembra sempre infinitamente di più di quello che è e di quello che sarà, i conti andrebbero fatti solo a posteriori, ma di base si sa, quello che viene, vale di più, non fosse altro che il passato è passato e non puoi viverlo di nuovo. Poi un treno o un aereo o una macchina e da un finestrino tutto fugge via veloce. Ma i fantasmi di ieri no, quelli non li allontani con le distanze, quelli te li porti dentro, ti stanno aggrappati nel cuore e fanno un percorso diverso, non li superi così. I primi giorni sono di trambusto, d’organizzazione, cerchi un attimo di capire come gestirti, da che parte andare per esistere. Poi quando tutto è sistemato, ti bussano alla porta le insicurezze e i rimpianti, ma durano solo il tempo che la vita ti offre altre occasioni, forse più ghiotte, forse meno, ma ce l’hai davanti e se pure vorresti evitarle, non puoi ignorarle tutte. So già Silvie’ che mi racconterai di altre risate, di altri incontri, forse di altri amori, come lo farò io. Quanti anni sono che ci supportiamo, sopportiamo e adoriamo? E quante ce ne siamo raccontate, chieste, espresse? Mi hai sopportato tra Stella, Francesca e adesso che non so nemmeno quello che voglio e mi sopporterai ancora con la prossima che arriverà, quando ti dirò che non lo so se il cuore voglio infilarcelo e ti racconterò dei primi problemi o dei primi incanti. Tu farai le prime nuove conoscenze, persone interessanti, magari una più delle altre, mi chiederai, come sempre, un parere e come sempre ti dirò la mia nel tuo interesse, perché ti voglio bene e perché sei stramaledettamente importante, nonostante tante differenze (tipo tu della juve e di sinistra – cazzo hai votato Prodi! – ^^), come è normale che sia, abbiamo sfumature diverse, ma tante, tante sintonie e persone come te, alla fine vincono sempre. Quindi vai, spacca e torna. Io ci sto sempre, se vieni a Roma, sono più contento, se vai altrove, ci sarò comunque. I mezzi di contatto non ci mancano, qualunque siano le distanze.
Ti voglio un bene sincero, vero, proprio come te. Buon viaggio della vita amica mia, buon viaggio di cuore.