cappotti pesanti, sciarpe che abbracciano il collo.  Ci si copre dall’inverno il fiume di gente che mi accompagna ogni mattina a lavoro. Un altro confine, un altro prima e dopo. La scalata non so a che punto sia, ma di strada ne ho fatta. Mi guardo indietro e non sono tutte macerie, anzi. Qualcosa non è andato come volevo, altro invece prosegue come vorrei, altro ancora è a rilento, dell’altro è dimenticato.
Mi sento meglio, bruciano i cambi di rotta come lo è stato il mio con Manu, ma sono consapevole che questo è un processo che devo affrontare da solo. Ho bisogno di me. Ho bisogno di vivermi tutto quello che sono e mi dispiace, perché so di perdere occasione d’oro così, ma non posso altrimenti. Ragione, cuore e istinto, battaglia interna di questo presente. Dall’addio con Francesca ho preso atto di troppe cose per fare finta di nulla, in questo senso dovrei ringraziarla per essere uscita dalla mia vita.
È come avere una bustina di coriandoli dentro e doverli sistemare per colore, fattibile, ma laborioso.
È un lavoro certosino, non mi manca la pazienza né la voglia di fare, ma non posso coinvolgere altre persone, con la consapevolezza di poter mancare anche di rispetto o in alcuni casi ferire sentimenti.
Va così, ho bisogno di me. Chiedo venia per l’egoismo del discorso, ma in fondo, sarebbe da ipocriti non ammetterlo.

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One thought on “Baveri alzati,

  1. Baveri alzati, sciarpe che abbracciano il collo? Tutto ciò non basta…il freddo mi travolge, e non c’è niente che possa scaldare il mio animo…solo un po’ di tristezza, velata, mi fa compagnia.

    E’ l’incertezza del quotidiano vivere che complica il tutto. Ma è vita, e va bene così. Forse basterebbe prenderla meno seriamente, bisogna essere più easy e prendere ogni giorno per come viene.

    Stanca di pensare, di arrovellarmi per trovare a tutto una soluzione, passerò la serata in camera, studiando, guardando un programma leggero, prima di addormentarmi.

    E ti mando un bacio, perché so che mi capisci.

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