salutato da una Roma senza colori, dove non c’è Roma o Lazio, non c’è destra o sinistra.
C’è il cuore della gente invece, di quella che non si capacita di come un ragazzo così giovane debba non esserci più.
Provo tenerezza per il colpevole dell’accaduto, distruttore in un attimo di troppe vite. La sua compresa.
Che paghi, dicono in tanti. E lo farà, ne sono certo, ma il conto più amaro non sarà quello con la giustizia, ma quello che dovrà pagare a sé per quel attimo da idiota in cui non ha saputo controllarsi.
Ho sentito centinaia di opinioni, strumentalizzare l’accaduto per dare contro alle forze dell’ordine. Molto di voi lo sanno, sono cresciuto in una famiglia in cui queste erano e sono ben presenti, ma ciò non vuol dire che io abbia il prosciutto davanti agli occhi per non poter vedere. Solo non mi piacciono neanche le guerre con i paraocchi, di quelli che perché indossano una divisa, allora sono nemici a tutti i costi. Non è così, come in tutti gli ambienti lavorativi, ci sono persone più valide e meno valide, raccomandati e non e so per certo, che esistono persone che credono davvero in quello che fanno.
È come il discorso sui rumeni tanto in voga nel periodo.
Credo che, anche questa volta, il problema sia alla base, sul troppo odio e sull’incapacità di stare insieme, che fa parte delle nostra sterile cultura.
Trovo incredibile che le persone possano uccidersi per via di un pallone, per delle bandiere dissimili.
Ma è così e Gabbo è vittima anche di questo. Speriamo, che una volta tanto, le belle parole spese dei nostri politici (nostri in quanto pagati da noi) che fanno sempre orecchie da mercante davanti alla problematiche sociali, economiche e culturali di questo Paese, si applichino sul serio.
Ciao Gabbo, buon cielo.
La vita umana è inestimabile, non ha prezzo e niente può rimpiazzarla. Soprattutto quella di un giovane ragazzo, che avrebbe avuto decenni e decenni da assaporare.
Quello che davvero non capisco è perché la fede calcistica (non lo si fa nemmeno più per la politica) porti a commettere grandi stronzate. E’ passata quasi una settimana, e il dolore non si affievolisce, però leggendo le notizie scopro che in tasca della vittima c’erano dei sassi e che il gruppo laziale, coperto da sciarpe, ha creato il caos.
Ora mi chiedo, perché? Niente può giustificare gli spari partiti in direzione delle persone che si trovavano dall’altra parte della strada, ma perché commettere queste cazzate prima di andare a vedere una partita, una manifestazione sportiva che dovrebbe essere vissuta positivamente?