“A Gia’! Ma che te lo devo di’ io?” Oddio il Tozzi quanto ha fatto ridere! “Vai a botta sicura!”
È stato un capodanno all’insegna delle risate, di quelli che dici: “Oh! Se inizia così, andiamo proprio bene!”. Il punto era che Ema, Fuffo e gli altri sono andati fuori Roma ed il 31, seppure per mezza giornata, ho lavorato e non avevo troppa voglia di mettermi in macchina una volta tornato a casa. La prima alternativa possibile era di andare a casa di Giulio, ma ritrovarmi in mezzo a cinque coppie non era proprio quello che mi aspettavo per sfanculare l’anno appena passato. Mi rimanevano altre possibilità come un casale in toscana con Sandro il biondo ed i suoi amici e le sue amiche salseri/e e Luca grande con la sua comitiva (anche detta la corte dei miracoli^^). Scartata la situazione Toscana per ovvi motivi, mi sono accordato con Luca per stare con lui e i suoi amici, dunque. Amici che avevo avuto già occasione di intravedere e conoscere quest’estate in una serata (rap?) al Delfino e nei fine settimana al John Bull. Stavo troppo in forma per imbarazzi di sorta, all’appuntamento al bar Niagara con Luca, c’erano Paolo e il Milan (sì sì, è un soprannome, recentemente costui vista la sua fede calcistica rosso/nera è stato a Tokyo da solo per la coppa intercontinentale, vinta appunto dal Milan). Milan che evidentemente mi ha trovato subito simpatico perché mi ha raccontato un po’ tutta la sua vita degli ultimi anni, ma una cosa la sapevo già da me, che sta con una bellissima ragazza che lavora in Alitalia, sorella di un mio conoscente e che ci avrebbe raggiunto direttamente a casa di Roberto, dove stavamo appunto andando.
Sotto casa abbiamo incontrato il citato Tozzi, la ragazza Simona e due ragazze amiche di quest’ultima, Roberta e Rosa.
Siamo saliti a scaglioni e a poco a poco abbiamo sistemato casa. Tavoli, sedie, alimenti, tovaglioli, bicchieri.
“Quanti siamo?” Nessuno ne era certo, alla fine, a ricordo, ne conto una quindicina, compreso me.
L’attesa è stata lunga, perché la ragazza del Milan sarebbe arrivata intorno alle dieci cosi come Roberto (il padrone di casa) ed altre sue due amiche. Ho finito per piazzarmi in cucina, dove tre delle donne stavano preparando da mangiare insieme a Luca.
Sono partito a simpatia, sondando il terreno, vedendo come si poteva gestire la situazione e in poco più di un’oretta un po’ tutti riutilizzavano le mie solite uscite “mi sento frustrato”, “non è come sembra”, “è un momento difficile”. Ho evitato di utilizzare le datate “oh santo cielo” e “è la vita che accade” ^^ quelle le lasciamo all’anno scorso.
Così ho finito per ritrovarmi un po’ al centro dell’attenzione, in continuo punzecchiamento (ok si dice flirtare nei tempi moderni ^^) con Rosa.
La cosa non è passata inosservata ai più e Simona mentre cucinava ridacchiava dicendo “c’è feeling” e io ribattevo da classico rompiscatole, che con una così non ci avrei passato mezza giornata della mia vita, prendendomi chiaramente pugni e schiaffi dalla diretta interessata ^^
Sono arrivati poi anche Roberto, le sue due amiche e la ragazza del Milan.
Brindisi su brindisi e le risate erano sempre più sincere, serene.
Alla battuta: “se mia madre sapesse che sto passando il capodanno con voi, non mi avrebbe mai fatto uscire da casa”, ho conquistato definitivamente tutti.
Non sapevo piu’ dove mettermi, che fare, ad istinto cercavo Rosa, ma un po’ tutti cercavano me ed il tempo è volato. A mezzanotte la situazione era da pepepepepepe-pepepepepepe! ^^
Musica scelta a casaccio dai cd di Roberto, video improponibili su Youtube, “mitici” assoli da provetto ballerino Tozzi, al centro della sala.
E baci e abbracci e brindisi. Le telefonate, gli auguri. Il primo messaggio è stato per Silvia chiaramente, a seguire tutte le persone che mi sono venute in mente e che mi sono piu’ a cuore.
E il Tozzi che mi girava intorno e come d’apertura mi diceva: “A Gia’ ma che te lo devo d’ io?” Mi ha fatto di una simpatia infinita. Non me lo doveva dire, so come funzionano certe cose, ma pensavo a torto o ragione, che provarci con Rosa in maniera concreta, avrebbe tolto tutta quella leggerezza, tutta quella allegria naturale, quell’empatia che stavamo vivendo.
E infatti ore dopo, il momento dei saluti è stato molto intenso: “grazie per tutti i sorrisi che mi hai strappato, non sai quanto ne ho bisogno”. Le ho sorriso di rimando e l’ho abbracciata augurandole sinceramente un buon anno.
Forse sono io che mi sono sentito in pace col mondo o forse era davvero tutto reale, ma ho vissuto veramente un bel capodanno, nonostante tanti dubbi, le incertezze degli inizi, quando la confidenza è ai minimi. È stato bello sentire da piu’ parti “Gianni è una forza, menomale che c’era Gianni”. Ma non per le mie riconosciute manie di protagonismo, ma perchè, evidentemente, sono riuscito a dare un contributo concreto e ho lasciato qualcosa di me a tanti di loro. Io ci ho provato, ho provato a metterci tutto l’impegno che ho potuto e mi sono lasciato andare quando ho creduto di aver fatto abbastanza.
Ci sono state diverse scene che andrebbero ricordate, tanti momenti in cui sono stato spettatore, dove mi sono assentato un attimo a pensare, fare bilanci.
Il 2007 è stato l’anno dei cambiamenti inaspettati, forse inizialmente non sono riuscito ad apprezzarli, ma senza questi, alcune cose non sarebbero cambiate, non le avrei mai vissute. Come appunto il capodanno appena trascorso. Non lo so se è meglio o peggio, non lo so se sarò pienamente felice tardi o presto, ma sono certo che merito di più, perchè voglio di più, sempre di più. Esigente, vero, ma io ho solo questa vita.
E allora ad ognuno di voi, a tutti quelli che passano di qui, agli amici che fanno parte della mia vita di tutti i giorni. Di cuore, buon inizio!
Niente o quasi è mai così brutto come sembra…Non saresti quello che sei, senza il tuo passato. Ti fidi di me? Sento che da ora in poi sei in discesa libera e vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Piccolo auguri di cuore! Sono contenta di essere nei tuoi pensieri e non temere, ti trascino nel mio 2008!
Quest’anno sarà importante, tutto si assesta, perché siamo più maturi…e ringrazio anche il passato, che non è stato mai troppo gentile, perché forse oggi sarei diversa. Superficiale, menefreghista, meno pronta ad affrontare la vita. Perché per vivere ci vuole coraggio. Ma anche un sorriso grande così. E te lo dedico.