Quello che ho imparato, visto e ascoltato. Ci sono i saluti dell’arrivo e quelli della partenza e sono questi ultimi da considerare oggi: è un arrivederci a presto, un arrivederci a quando avrò utilizzato ogni risorsa per i fini attuali, per tornare poi a spendermi di nuovo tra queste pagine che sono me, ma che sono anche e soprattutto voi. Ho provato a rincorrere il tempo, ma è sempre stato più avanti, sempre più veloce e costante. Non ho avuto mai il suo passo, la sua irreprensibile costanza: una lotta impari. Soltanto più tardi mi sono accorto che non dovevo superarlo, ma accettarlo. Accettare che le cose – nonostante a volte pesino in maniera così evidente – facciano il loro corso, accettare che fare del proprio meglio è necessario, perché il resto viene da sé.
A discapito di quanto possa essere sembrato, non è stato semplice affrontare le condizioni che si sono presentate di volta in volta, anzi, l’esatto contrario. Ieri sera, l’ulteriore confronto presente, passato e spiccioli di futuro. Chi sono, chi ero, vero o finto, giusto o sbagliato, troppo o poco. Assistevo a quel monologo sulla mia persona con attenzione certosina, perché non c’erano filtri, non c’era una barriera di impostazione utile. Il suo punto di vista su quanto esprimo in diverse situazioni. Mi sono ritrovato parte d’accordo e parte in disaccordo, ovviamente. Perché quale che sia l’opinione personale che abbiate di me, sono portato a credere di non cavarmela male, di essere riuscito a fare tanto, non tutto, certamente, ma di non essere mai stato immobile nello stesso punto sperando che il cielo realizzasse i miei desideri per grazia ricevuta. Questa non è un’esposizione della miglior arroganza, ma il prendere atto dell’essermi rimboccato le maniche ogni qual volta ce ne sia stato bisogno e di combattere – anche con le cose piccole – per costruirmi la strada che desideravo.
E molte volte ho riso, qualche volta ho pianto.
Ed ogni tanto mi sei mancata tu, proprio come l’altro giorno. Non sono riuscito a sostituirti, ma sono riuscito ad abituarmi alla tua assenza, d’altronde la tua presenza era troppo ingombrante, occupava spazio non indispensabile. Ci convivo senza drammi, mentre scopro nuove vite, altri cieli. Un paio di questi sanno sorprendermi, tra risate e mezze carezze e questo mi dà il senso delle cose, mi fa capire che – come se ce ne fosse ancora bisogno – anche tu presto o tardi sarai soltanto una voce negli archivi del passato.
E allora eccomi, a ringraziarvi per l’apporto costante, al solito prometto che ci sentiremo al più presto, vi auguro intanto un buon proseguimento di percorso.
Gianni
..Domani ci sarà altra gente:
occhi diversi e voci
e un cuore per segnare le ore lente e gli anni veloci.
Noi domani andremo un po’ più in fretta,
riprenderemo fiato dentro un’altra sigaretta
e domani e passato..
(Claudio Baglioni – L’amico e domani)
Nonostante tutto quello che ci accade -bello o brutto che sia- credo e penso che se ancora riusciamo a tirar fuori serate come quella di ieri, significa che non siamo mai stati veramente domi, che siamo sempre riusciti -soprattutto in quel che c’è di male- a trovare il famoso lato positivo che per tutti non c’è (forse anche per noi) ma che esce fuori senza richiesta.
Da una piccola miccia, sono esplosi miliardi di fuochi d’artificio che tutti hanno ammirato. Questi siamo noi, prendere o lasciare 🙂
Sì, quella di ieri sera è da annali della vita, una di quelle che ti segnano e che non scordi e che ti danno quella voglia in più di esserci e imprimere solchi sul percorso.
“C’era luce anche nelle notti più cattive” canta Ligabue e non posso che associarmi.
Noi le luci le creiamo 🙂
A presto anche con i tuoi stupendi commenti, Bro’
Ciao Gianni,
ho letto soltanto oggi di questo tuo “arrivederci” e mi dispiace tanto..
Volevo dirti che il tuo libro è arrivato e che lo inizierò a leggere non appena andrò in ferie..
Mi ha colpita molto questa volontà di distacco e l’ultimo paragrafo di questo tuo post è dolce e amaro..
Perchè non farti risentire da lei?
In bocca al lupo e a presto!
Ciao Sabrina!
Grazie per questo pensiero, mi dispiace che ti dispiaccia per l'”arrivederci”, ma davvero in questo momento non ho tempo specifico da dedicare a questi appunti, quanto prima riprendero’ e ci risentiremo 🙂
Grazie pure per aver acquistato il mio libro, spero ti piaccia e spero di vederti alla presentazione del secondo 🙂
Per quanto riguarda l’ultimo paragrafo, beh… Sono contento che non abbia certezza che scrivessi di lei e che sia affaccendata in altre storie: se e quando vorra’, si fara’ sentire da sola, la mia porta e’ aperta e nel qual caso valutero’ (valuteremo), del resto desidero che le cose siano sempre spontanee 🙂
CREPI!
Ciao Gianni…..siamo noi che diciamo a te arrivederci a presto!
Sperando che questo presto non tardi troppo ad arrivare..ma nella vita viene il tempi di fermarsi..per poi ripartire..
Un caro saluto
Martina!
E’ sempre un piacere leggerti 🙂 Allora è un “arrivederci a presto” comune, mi hai già “visto” in queste pause, ogni tanto mi servono per analizzare meglio quello che imparo vivendo e, nello specifico, anche per finalizzare il nuovo romanzo ed altre mete collaterali,
un mega abbraccione!