fanno capolino sempre di notte, quasi che di notte vi sia una maggiore possibilità di sincerità verso se stessi e la vita. Non ho idea di quanto abbiamo impiegato ad addormentarci venerdì, ma sorridevo del fatto che sarebbe stato estremamente poco, tra incroci e braccia private della circolazione, i rumori di fuori e il ronzio di messaggi e notifiche varie, un film splatter che girava nella play, la mia digestione indomita.
Alzarsi, roba da audaci. Sarei rimasto a sognare i sogni che non ricordo per giorni e giorni. E tutto questo per dire che non so bene come e quando sia successo, tuttavia mi sono innamorato della tua espressione stropicciata del risveglio. È così e me la vivo per quello che è.
Spesso mi sento di rincorsa nel tentativo effimero di riuscire a portare avanti tutto, quando poi riesco a finire sul divano, dopo un’intensa giornata, penso che dopo non molto arriverai tu, felice come una ragazzina di vedermi.
Anche l’amore si evolve, il mio modo di amare almeno, e la violenza sentimentale che provavo in passato si specchia nella ricerca di una serenità che nella frenesia di questo tempo è un vero e proprio colpo di fortuna.
In fondo abbiamo tutti bisogno di nasconderci dal mondo.
Io mi nascondo con te, magari davanti ad un caffè, quando i doveri e le espressioni d’occasione non servono più.