Ci si incanala spesso in vorrei che non hanno il passo di quanto si potrebbe, semplicemente perché prendere quanto si vuole significa esporsi, significa fare un salto verso quel vuoto che spaventa e più facilmente immobilizza. La paura di aver paura, di non riuscire, di fallire: ma il fallimento esiste davvero? È meglio provare, osare, o collezionare rimpianti utili che hanno solo il gusto amaro del non vissuto?
Alcune notti che sono diverse e più lunghe ed un po’ pesa che presto o tardi il cielo finirà per albeggiare, hai l’impressione di poter mettere in pratica ogni buon proposito immaginato, supposto, il momento dei cambiamenti, perché hai deciso di darti fiducia, di dare fiducia alle tue capacità, a quello che sarà e che presumibilmente – impegnandoti – raggiungerai. Dipende da te, nessun altro. Un amore, un lavoro, un sogno qualunque da realizzare, senti che è alla portata, con quell’ansia positiva che può esserci soltanto prima di una realizzazione, come la notte prima di un viaggio, come quella prima di un appuntamento, di un grande evento sportivo. Andrà come andrà, forse saprà di vittoria o forse di sconfitta, ma avrai tentato, avrai accettato di esserci, di dire la tua, di non subire passivamente gli eventi, dare un senso a quei vorrei e seppure farà male, sai già che passerà come tutto quello che è passato prima, perché come quanto ci ha fatto bene, anche il male è costretto a distaccarsi. Tutto al più, sarà un’altra ferita da rimarginare. In fondo, non rimane che scegliere: vivere aspettando che le cose capitino da sole, che il destino faccia il suo mestiere, o determinare di fare del proprio meglio per prendersi quanto si desidera. Quale che sia lo stile deciso, non avrà senso mettersi una maschera in faccia per dispensari falsi sorrisi e sotto sotto lamentarsi, imprecare appunto contro il fato infausto o contro se stessi. Di certo non servirebbe a nulla costruirsi un falso personaggio per apparire migliori, dato che c’è un’enorme differenza tra il sembrare qualcosa che non si è e l’essere il miglior se stessi. Chi vi è intorno, alla lunga, ma a volte anche molto prima, se ne accorge. Musi lunghi, pensieri opachi, inadeguatezza, sono le condizioni che molti esternano: persone così non fanno che allontanare l’entusiasmo altrui, esempi ne abbiamo tutti sotto gli occhi. L’essere negativi prospetta ritorni negativi; l’essere stronzi prospetta ritorni stronzi. L’essere coglioni, beh.. Avete capito come funziona.
La posta è alta, si tratta di una sola puntata che tuttavia potete ancora modificare: fate il vostro gioco.
Buon inizio di settimana.
..Vivere è un atto di fede,
mica un complimento,
questo è il mio atto di fede,
questo è il tuo momento..
(Ligabue – Atto di fede)
Siamo combattenti esperti, abili guerrieri. Il nostro corpo è ricoperto da innumerevoli cicatrici, segni del nostro combattuto passato, ricordi degli errori che non son più.
Ci muove sempre la stessa voglia, avanziamo con sguardo deciso ma consapevoli di quello che potrebbe accadere in nostro favore e sfavore.
Vediamo partire un colpo, lo sappiamo parare e ne siamo effettivamente in grado. Tutto sta, se vogliamo assorbirne una parte per avere la certezza di consegnare all’altro l’affondo vincente.
Possiamo difendersi all’infinito o rischiare che altre ferite si creino su noi ma con la coscienza che alla fine la vittoria ci spetterà di diritto.
Il diritto pero’ dobbiamo crearcelo, perche’ rimanere passivi in attesa di… Renderebbe la vittoria non cercata, fortunatamente trovata, quindi si’, pariamo i colpi, avanziamo, andiamoci a prendere quello che sappiamo possiamo avere, combattente 🙂
Ciao sono la ragazza della Vodafone, ho finito il tuo libro, complimenti…. 🙂
dove posso trovare il continuo???
Ciao Jessica,
quanto tempo 🙂 Credo di averti incrociata una volta per strada, ma eri presissima al telefono.
Il libro uscira’ a settembre, pazienta ancora un po’, ma ora pretendo di sapere come ti e’ sembrato, cosa ti ha colpito e cosa no 🙂
Ti invio una cosa via mail 🙂
Mi ha colpito tanto la sensibilità di Mattia e i legami che uniscono questi ragazzi, rapportata cmq ai nostri giorni!!! Ma io vorrei sapere una cosa se è possibile, ma c’è qualcosa di vero nel romanzo??? A presto
E’ la domanda delle domande 🙂
Si’, c’e’ di vero, d’altronde non puoi esprimere qualcosa in maniera tanto dettagliata se non l’hai vissuto. Ovviamente pero’ il tutto con le giuste distanze e la giusta fantasia a realizzare la trama ingarbugliata che ti e’ capitata sotto gli occhi 🙂
Ciao Gianni,
come non darti ragione.. Rimanere fermi non ci fa ottenere quello che vogliamo, ma alcune volte è così difficile lanciarsi e la paura di sbagliare ci frega..
Forse ci vogliono motivazioni forti a smuoverci se per carattere non lo si è tanto..
Comunque il tuo romanzo è arrivato anche a me.. Inizierò a leggerlo quanto prima..
Buona giornata!
Ciao Sabrina:-)
Dunque le motivazioni prescindono anche un carettere piuttosto morbido o remissivo: se pensi che questa e’ la tua unica occasione per fare bene, perche’ mai dovresti fare del tuo peggio anziche’ del tuo meglio e desistere? Io preferisco impegnarmi per avere il massimo, non per sopravvivere 🙂
Spero ti piaccia e ti auguro una serena lettura 🙂
Buona giornata a te!