in un modo o in un altro ti scova sempre. Qualche volta ti prende impreparato, qualche altra lo intuisci, ma tutto quel che conta è che presto o tardi arriva.
Abbiamo un rapporto del cazzo io e lui, perché so che è a causa sua se mi sono spinto a credere di raggiungere e superare gli ostacoli peggiori che mi si sono parati davanti.
L’amore costruisce e distrugge speranze.
Ho vissuto relazioni molto diverse fra loro lungo il mio percorso e di sbagli ne ho fatti tanti: si potessero collezionare come in un concorso ritirerei il primo premio.
Qualche errore avrebbe potuto essere evitato, qualcuno glissato, qualche altro, invece, mi ha inchiodato e ha fatto sì che tutto l’incanto che stringevo fra le mani scivolasse via senza poterlo trattenere.
Non sono stato mai capace ad arrendermi e questo è forse il mio peggior limite.
Ma a volte la tenacia diventa sinonimo di stupidità.
Non vorrei mollare nemmeno ora, ho ancora fiato nei polmoni, legna da ardere nel fuoco di sentimenti e passione che provo dentro per un sogno spezzato troppo presto, ma arriva un momento, un determinato punto, in cui nonostante il credere fermamente in qualcosa, resti l’unico a farlo e ogni gesto viene malamente interpretato, portandoti a scontrare con un muro di silenzio e sguardi di diniego intorno.
Tutto il bello trascorso non serve più.
Tutti i brividi, le carezze, gli sguardi, le risate, le sorprese, non servono più.
Ti viene domandato soltanto di metterti da parte.
Niente altro, devi metterti da parte e devi accettarlo.
Dimenticare ogni emozione.
Allora raccogli il tuo dolore, annuisci colpevole e ti metti via, conscio che tutto quello che potresti fare adesso è inutile, dannoso.
Tu sei la causa dei risultati che ottieni, nessun altro.
Non puoi puntare il dito.
Non puoi chiedere ulteriore tolleranza, non puoi chiedere ulteriore dialogo, non puoi chiedere ulteriori occasioni.
È così e basta.
E devi fartela prendere bene, e i ricordi sono lì, dolci e spietati, e si infilano e urlano nel cuore per rammentarti quanto hai perso.
Ci vuole tempo, a volte tanto e a volte meno.
Giorni onesti che si alternano a giorni impossibili e ai quali si sommano gli altri guai che stai vivendo.
Ti crei un’agenda fitta fitta di impegni, così da pensare il meno possibile e la cosa funziona anche per un per un certo lasso di tempo, ma presto o tardi arriva il momento in cui devi affrontare il più grande mostro di tutti: te stesso.
E un uomo è un uomo se ammette le proprie mancanze, se si prende le proprie responsabilità, se paga a fondo, paga tutto e rinasce quando pronto.
E in questa seconda fase del processo, in cui sto offrendo tutto quello che ho per saldare il conto, mi aggrappo a quelle riflessioni che ieri, grazie a due amici, mi hanno aperto gli occhi.
Se le parole sono tutto,
questo silenzio è un cielo muto,
un sole nero messo a lutto,
un bel romanzo che è ormai compiuto.
(Claudio Baglioni – Un po’ d’aiuto)
ciao gianni!!:)
bellissimo e inaspettato post in questa notte.. 🙂 ero passata senza aspettarmi niente e invece!:):)
è vero che a volte tutto quello che si può forse sembra inutile.. ma soltanmto perchè l’altra persona non riesce a vedere col cuore!! sai che cosa mi piace di quel che scrivi più du come lo scrivi? che non ti butti giù mai! che sai che hai ancora tanto da fare.. lo sai veramente!:):) mi sono fatta un pò prendere dalla cosa, lo ammetto.. :):)
un bacione!
Buongiorno Ale, hai visto? Ogni tanto ci sono sorprese piacevoli e inaspettate 🙂
Ti ringrazio per le buone parole spese nei confronti che come al solito fanno piacere! Certo che lo so che c’e’ ancora tanto da fare, specie in questo momento dove non ve n’e’ una che va come dovrebbe andare, quindi giu’ di impegno per fare ancora di meglio e ottenere risultati migliori: sono e rimarro’ un ostinato positivo dal bicchiere mezzo pieno comunque:-)
Un bacione a te!
Ho letto la tua nota stamattina. Ora mi sono capitate sotto gli occhi queste parole e mi viene da aggiungerle qui sotto: “Anche nella morte il suo corpo non cede. La sua possente figura, che sbaragliava i nemici è decisamente quella di un mostro. Nel corso di questa battaglia, di colpi di spada ne ha subiti 267, i colpi di proiettile ricevuti sono 152 ed ha resistito a 46 cannonate. Eppure sull’orgogliosa schiena di quest’uomo leggendario, o meglio sulla sua vita da pirata, non c’è nemmeno una ferita dovuta alla fuga!”. Che dire? VA BENE COSI’…:-)
E ferite da fuga mai ne avremo, questo e’ certo 🙂