L’amore è complicato, ma non è una complicazione. Un semplice gioco di parole nella speranza di rendere più fruibile il mio pensiero sul sentimento per antonomasia. L’amore è il gioco delle contraddizioni, dei tanti buoni propositi che si ritrovano infine riversi su loro stessi, non realizzati, condizionati dall’incessante desiderio di esprimerlo, di viverlo, di condividerlo, di riceverlo. L’amore è un insieme di paure che non hanno contorni definiti, piuttosto sfumati, a tratti ingialliti come i desideri mai compiuti. L’amore è preda delle congetture che vengono su dalle insicurezze che ci sono proprie, dai fallimenti che abbiamo attraversato e per via dei quali siamo a volte morti, ma sempre rinati. L’amore è incastrare tasselli di una vita troppo stretta, far funzionare tutto e non deludere, non deludersi. L’amore è il batticuore di uno sguardo che rende sfocato il contorno, di un contatto che solidifica i pensieri in materia, di un volto e un nome che ci rubano l’immaginazione e i vorrei. L’amore è impasticciarsi le giornate tra sorrisi e nervi. L’amore è risate sguaiate e sorprese inaspettate, l’amore è stringersi e non contemplare il resto, è il sottofondo nell’incessante bisogno di esistere, un’ansia di sospiri felici e bisogno che non passi mai. Di amore ci si ubriaca, ci si inebria, ci si affligge, ci si addolora. L’amore è lanciarsi nel vuoto con l’augurio che non vi sia mai un impatto. L’amore è dirsi addio e non essere pronti, dirsi ben arrivato e non essere pronti. L’amore è partire con la speranza che non si debba mai tornare.
L’amore non è soltanto il binomio di due entità. L’amore è anche quello che si usa, che si sfrutta per risorgere da delusioni di varie entità: l’amor proprio. Non si tratta di orgoglio, ma di amore verso se stessi. Di quello che non ci permette più di auto flaggellarsi, di distruggerci e annullarci. Lo stesso Amore che prima era rivolto a terzi, lo teniamo per noi. Lo teniamo in noi, in modo tale da presentarci al meglio al mondo ed in modo tale che quando lo si donerà ancora, sarà rimasto intatto come il primo dei tanti.
L’amore non si può gestire, come tutti gli altri sentimenti. La gestione è solo apparente. Apparenza di un rimandare che prima o poi avverrà. Se qualcosa lo provi -qualunque esso sia- prima o poi lo dimostrerai. Può aiutare per un certo periodo, ma poi si va avanti da soli. Un pò come i genitori, che ti sono vicini nei primi anni…ma poi sei tu che devi vivere e fare le tue scelte, i tuoi errori.
Lo stesso vale per i sentimenti e, soprattutto, per l’Amore. Lo si cerca di indirizzare su chi crediamo dia quello/a giusto/a. Lo alimentiamo con la speranza che le cose vadano come si spera, ma se poi il sentimento dirotta tutto da un’altra parte, non c’è nulla che lo possa gestire: ci va e tu rimani con falsi propositi.
Nessuno vorrebbe ferire in amore, ma tutti quanti siamo degli opportunisti in questo e alla fine succede quello che ormai l’esperienza ci ha insegnato. così ora, così per sempre 😉
Buonasera,
l’amore..l’amore….è complicato ma non è una complicazione..inzio perfetto.
L’amore spesso siamo noi che lo facciamo diventare complicato..di per sè non lo sarebbe perchè amare dovrebbe essere la cosa più naturale per qualsiasi essere umano e invece così non è.
L’amore può avere tante definizioni..e per me ha una infinità di forme.. un’infinita di manifestazioni, un’infinità di identità…quando meno te lo aspetti ti coglie, sotto una forma che forse non avresti mai immaginato…e tu? cosa puoi fare? rinnegarlo per poi vivere nel rimpianto? Amore che dà amore che prende e pretende, amore che un attimo prima ti fa sentire tra le nuvole ma subito dopo ti ributta sotto terra, amore che colora la vita ma riesce anche a spegnere quella luce, amore fatto di sensazioni dove ti lasci completamente andare dove non pensi a niente dove non ragioni non fai calcoli e ti concedi in ogni sua forma in un gioco di parti senza limiti.
Ecco l’amore ha tutti questi volti……
Buona serata e complimenti per il post e le riflessioni di Valerio
L’amore è anche egoista: splendido commento, meriterebbe di essere un post a sé
Sì Martina, esattamente, soprattutto siamo veramente noi a complicarci le cose, a complicarci la vita, ricordo e ho ben presente, tantissime situazioni in cui sarebbe bastato semplicemente non dire, lasciar correre affinché le cose non si ingigantissero. Evidentemente la tranquillità, qualche volta, non va bene neppure a noi.
Grazie per il tuo consueto apporto, sempre ottimi spunti.