il sapore del tutto e del niente. La serenità sembra dietro la porta, ma poi c’è qualcosa a distrarti e la maniglia sfugge.
Disorientato.
Un corridoio infinito con tante uscite quante sono le possibilità che la vita mi palesa. E non ne imbocco nemmeno una. Empasse.
Mi vedo lì, con la mia bacheca con i miei trofei in bella mostra e i cassetti con i ricordi archiviati. Le donne che ho avuto, i lavori che ho affrontato, gli amici che ho perso e ritrovato, le vittorie, i passi verso i miei sogni. E non è finita, si va avanti, ma perché adesso fare altro pesa così tanto non saprei dirlo.
Eppure lo so che il non sentire Roberta pesa, che in fondo in fondo con Claudia non è solo sesso, che anche se non provo più certi sentimenti, mi mancano le risate con Stella. Ed io qui, che non faccio nulla per cambiare le cose. Vado avanti così, alla giornata, non pianifico nulla, tuttavia non riesco a lasciarmi andare all’istinto di cui sopra. Forse salvaguardo alcune persone da me stesso. Forse non voglio che soffrano l’altalena del mio umore, delle mie esigenze.
La mattina, tristissimo per le mie abitudini, guardo il cellulare e non so da chi aspettarmi il messaggio, chi dovrebbe essere la persona dal quale vorrei trovare il buongiorno. E non c’è né delusione né felicità in base a ciò che trovo. Non c’è proprio niente da provare, questo è il punto focale.