paura di aver paura, di non essere all’altezza delle condizioni che un gesto, una parola, potrebbero scaturire. Allora si preferisce rimanere nel limbo dei desideri espressi e mai concretizzati, dei vorrei che rimangono soltanto delle fantasie e si evita, in conclusione, anche il più impercettibile movimento per non affrontarle.
La paura di una parola che rimane incollata sulle corde vocali, che il fiato non espelle; la paura di inviare un sms composto, cancellato, riscritto e, forse, solo salvato sul cellulare; la paura di prendere posizione, di imporsi; la paura di prendere in mano la situazione, la paura di vivere davvero.
Senza contare tutte le varie fobie, tacche personali che ognuno di noi porta dentro.
Quanta paura.
Questo perché il fallimento viene considerato proprio come sinonimo di sconfitta, ma in realtà la paura non esiste, perché l’errore non esiste (Cit.) è esattamente così. Bisogna provare per riuscire. Il fallimento non è altro che un tentativo, un mezzo per arrivare al fine, per raggiungere l’obiettivo. Qualche volta ce ne vogliono di più, qualche volta si è più fortunati e ne bastano meno, tuttavia si deve provare per constatarlo.
Non sei qui per sopravvivere, ma per lasciare un segno tangibile del tuo passaggio. Prima te ne convinci, prima puoi ottenere – almeno in parte – quello che aneli. La vita è un bel gioco, un gioco che può durare molto e durare poco, ma se la subiamo anziché godercela per il bel regalo che è, diventa semplicemente uno spreco. Retorica a non finire, sono il primo a constatarla, però quando mi arriva qualche mail un po’ triste, quando leggo commenti di un certo tipo, mi chiedo: che cos’è realmente che impedisce di affrontare le cose? Il timore che qualcuno ci giudichi? E allora mi chiedo io: quanto è importante il giudizio altrui? Credo che si debba vivere per se stessi, non di certo in funzione di terzi che dalle nostre vite succhiano come vampiri. Che di persone che contano, realmente, ognuno di noi ne avrà una manciata. Anche io ho avuto le mie paure, alcune imbarazzanti, ma il tempo, le esperienze, qualche botta di culo, anche le mie capacità, certo (ma chi non ne ha?), mi hanno dato quella sicurezza di fregarmene del giudizio altrui. Immaginate quante persone – quotidianamente – hanno da ridire su quello che dico/scrivo/faccio: smetto di fare quello che mi sento per accontentare tutti? No, semplicemente mi circondo del meglio che incontro portando avanti i miei intenti, chi non vuole avere a che fare con me, è liberissimo di ascoltare, leggere ed interagire altrove. Equo, no? Questo però non vuol dire che non si possano accettare critiche, dipende però da chi le fa e del come vengono motivate.
Tu hai le carte per fare una partita memorabile, sta a te giocarle bene.
..Magari io sapessi perdere
senza mai dovermi arrendere..
(Tiziano Ferro – La paura non esiste)
nel film Robin Hood che ti ho suggerito di andare a vedere proprio poco fa, c’è la frase portante che anima il protagonista e che fa al caso nostro: “Rise and Rise ’til the lambs become lions”. Ribellati e ribellati, finché gli agnelli diverranno leoni. Ovvero mai arrendersi. So che tu sai bene come si fa a non arrendersi, e ti riesce alla grande.
Per di qua, comunque vada, sempre sulla *nostra* strada, amico mio. Smack :*
..fa sempre piacere quando lasci una traccia di te, perche’ non e’ mai scontata e mai banale, Silviettina, d’altronde ‘sto blog e’ anche tuo, perche’ c’e’ qualcosa di tuo in ogni passo mio:-)
Vorrei, se possibile, che tutti gli agnelli che so meriterebbero di piu’, diventassero davvero leoni, spero si ribelleranno.
Proprio come facciamo noi, amica mia ;*
E’ nativa nell’uomo, la paura dell’inconscio, di quello che non sa e non può conoscere finché non lo prova o affronta. Come la paura del fuoco, di cui i primitivi avevano paura, timore e addirittura terrore. Facendo prova, causandosi danni -col tempo- hanno capito quale poteva essere il modo e la distanza migliore per sfruttare quella cosa a loro favore.
Lo stesso vale per la paura: non serve combatterla o cercare di farne a me. Quando arriva, quando si ha, bisogno solamente rigirare l’occasione a nostro favore, farla scivolare addosso e fermarla quand’è che vogliamo che questa ci torni utile.
Si farà un’analisi, ci si farà male e altre volte si vedranno risultati ampiamente soddisfacenti, fino a che non si avrà in mano quel modo e quella distanza migliore, per far sì che la paura diventi nostra amica e complice.
Esatto: quando si impara ad andare in bicicletta, lo si fa per gradi: prima con le rotelle, poi con una e infine senza.. Cadendo, rialzandosi, ma sempre riprovando. La vita funziona alla stessa maniera, si va per tentativi per arrivare al fine, che senso avrebbe non provarci mai?:-)
«L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza. » Giovanni Falcone
E’ chiaro che Falcone sia inopinabile, anche se conviverci – a volte – non è come andare oltre ;*
Conviverci , secondo me, è ancora più encomiabile. Se ci pensi, anche il Liga dice “arrivederci mostro”, non addio. Certi ‘bugs’ ce li teniamo dentro, e ci vengono dietro. Ma se la gestiamo siamo più forti. Conosciamo il nemico dall’interno 😉 ti lovvo
Non si supereranno mai tutte: ancora oggi su alcune cose – nonostante il mio essere propositivo – faccio piu’ fatica, ma d’altronde non mi piace vincere facile 🙂
Il cd del liga, a conti fatti, e’ un mezzo capolavoro. Ti lovvo pure io;*
Il difficile sta nel stabilire chi tiene le redini della situazione, è così che non si diventa schiavi delle angosce. E se ti convinci di poter tenere testa senza essere sopraffatto, con la paura impari a conviverci senza subire, impari a trovare il coraggio delle scelte ed ad essere libero nell’animo.
Ciao Chiara,
obiettivamente le redini dobbiamo tenerle noi: è la nostra vita, la nostra voglia di far bene, di garantirci risultati per questa occasione. Viceversa pagheremmo il dazio di accontentarci degli avanzi 🙂
Buona domenica!